(Brienza, Basilicata, 1748 - Napoli 1799) filosofo, giurista, patriota italiano. Discepolo di A. Genovesi, si impose con un’opera di grande respiro intellettuale, i Saggi politici dei principi, progressi e decadenza della società (2 voll., 1783-85; II ed. riveduta, 3 voll., 1791-92), organico trattato di filosofia della storia nel quale l’attrazione per il mondo primitivo e la concezione ciclica del divenire sociale (derivate da G.B. Vico) si sommano agli influssi del sensismo francese, della grande storiografia illuminista e di J.-J. Rousseau. Arrestato nel 1796 per le sue idee filogiacobine, nel 1798 fu esiliato; tornato in patria al seguito delle truppe francesi, combatté per la difesa della repubblica partenopea, nella quale faceva parte del governo provvisorio, ma, fatto prigioniero, fu giustiziato. Alla sua opera saggistica, che include alcuni scritti di estetica, si aggiunge la produzione teatrale, intesa quale strumento pedagogico e di propaganda politica: essa include alcune tragedie, il dramma lirico Corradino (1789) e la commedia Emilia (1792).